Recupero e valorizzazione del patrimonio vegetale di Fondo Uditore
A partire da un caso di restituzione all’uso pubblico di aree inedificate di origine agricola, il progetto propone il consolidamento e l’implementazione del patrimonio vegetale con fianlità di miglioramento della qualità ambientale
Palermo, 2012
Tesi di master
Relatori: Prof. Rosario Schicchi, Prof. Arch. Manfredi Leone
Fondo Uditore – già noto anche come Fondo Gelsomino, dal nome della famiglia che lo ha condotto dal 1963 fino al 1993 – si trova in un quartiere di Palermo densamente edificato, in una zona nevralgica della città incuneata tra la via Regione Siciliana a Est, la via Leonardo da Vinci a Sud, la via Uditore a Ovest e la via Cimabue a Nord.
L’area, che oggi occupa una superficie di circa 9 ettari, ha fatto parte fino alla fine degli anni ‘30 del secolo scorso, di una proprietà più ampia che da piazza Uditore si estendeva fino a piazza Noce, un grande fondo agricolo di forma quasi triangolare, denominato Fondo Morello.
Poco prima della seconda guerra mondiale l’Azienda Generali Italiana Petroli (poi AGIP) acquisisce la parte nord-occidentale di fondo Morello, e fra il 1939 e il 1943 utilizza l’area per stoccare le preziose riserve di carburante, collegandola attraverso un oleodotto sotterraneo al porto, obiettivo sensibile in caso di bombardamento.
Negli anni ‘50 l’intero fondo agricolo torna ad essere coltivato a ficodindia, mentre la città tutt’attorno cresce a dismisura: in pochi anni si costruiscono 300 milioni di metri cubi di quartieri residenziali carenti di servizi e attrezzature pubbliche di interesse primario.
Il 31 ottobre del 1963 a seguito della chiusura dell’impianto di distribuzione carburanti esistente, Fondo Uditore viene trasferito dall’AGIP alla Regione Siciliana. Fino agli inizi degli anni 90 del XX sec., tuttavia i terreni hanno continuato a essere utilizzati e coltivati dalla famiglia Gelsomino che, a partire dal 1962 li aveva avuti in affitto dall’AGIP, fino al definitivo abbandono dell’area nel 1993.
Nel 2010, un gruppo di cittadini raccoglie in pochi mesi oltre 7.000 firma per la creazione di un parco urbano nel fondo in disuso.
Tra il 2011 e il 2012, con il supporto delle istituzioni, dei docenti delle Facoltà di Agraria e di Architettura di Palermo, di cittadini volontari e della Regione Siciliana, si da’ avvio ai lavori di bonifica dell’area che hanno lo scopo di aprire l’area al quartiere come parco pubblico.
Un’interlocuzione che coinvolge il comitato cittadino, supportato dalle Facoltà di agrarie e di Architettura, e l’amministrazione comunale arriva a dare seguito al progetto di variante urbanistica della destinazione del luogo, l’area viene definitivamente sottratta a interessi edificatori e destinata a parco pubblico.
Dopo un anno di lavoro che ha visto i cittadini e i volontari impegnati in prima persona, Parco Uditore, U’Parco, ha aperto le porte alla città, diventando da quel momento, luogo di riferimento per il quartiere, sede di iniziative e attività ludico-ricreative in ogni stagione.
Il progetto di ampliamento delle infrastrutture e del patrimonio botanico del Parco è stato il mio progetto di ricerca finale del master di Recupero ambientale. Basandosi sui lavori di ricerca svolti negli anni dalla Facoltà di Architettura e di Agraria di Palermo fin dal 2008 e sul progetto di bonifica, messa in sicurezza e riqualificazione dell’area che ne ha permesso l’apertura, il progetto individua una serie di specie indicate per il miglioramento della qualità dell’aria per implementare il patrimonio botanico esistente e ipotizza una seconda fase sistemazione dell’area con l’integrazione della viabilità interna e la definizione di aree e funzioni complementari da insediare progressivamente : un erbario, orti sociali, aree per la meditazione e attività a corpo libero.